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In circolo è una serie di interviste e chiacchierate con i nuovi circoli ARCI in città, per scoprirne i progetti e le attività e conoscerne idee, sogni e prospettive.
Siamo andat3 ad incontrare l3 ragazz3 di RitmLento, un’associazione nata alcuni anni fa ma che adesso si è spostata in una sede storica come quella de Il Casalone, ridandogli una nuova vita.
Quando nasce RitmoLento?
RitmoLento nasce nel 2016 da una rete di universitari che vogliono crearsi una rete e una dimensione al di fuori dell’università, una dimensione più cittadina ed era formato anche da varie associazioni (come Libera Universitaria, Link…). Troviamo uno spazio in via San Carlo e decidiamo di aprire questo circolo, dove hanno avuto sede le varie attività fino alla pandemia, che seguiva sia un tracciato culturale, concerti e presentazioni di libri, sia un approccio più strettamente politico, ospitando i percorsi politici più attivi in quel periodo (come quella per i riders, Fridays For Future, Non Una Di Meno). Questo percorso termina con la pandemia: nella prima fase lo spazio era stato utilizzato per una campagna di mutualismo, per essere effettivamente un emporio solidale, poi viene chiuso nel 2021.
Il nome dell’associazione viene da qualcosa?
Quando abbiamo creato l’associazione la volontà era quella di creare un nuovo dopolavoro per i 20enni e 30enni, con bisogni ed esigenze nuove, un modo migliore per esprimere la nostra visione del mondo e del lavoro, fuori dai circuiti della produzione e fuori dalla socialità mainstream.
L’esigenza di cercare una nuova sede vi porta al Casalone.
Sì, dopo la chiusura siamo stat3 alla ricerca di uno spazio consono per molto tempo, comunque eravamo un gruppo numeroso ormai, che aveva lavorato insieme e che necessitava di uno spazio adatto. Una delle conclusioni a cui siamo arrivat3 durante la ricerca era che effettivamente uno spazio centrale non era poi così fondamentale: non facevamo più parte di quella dimensione universitaria degli inizi, quasi tutt3 non erano più student3 e quindi lo stare in centro aveva perso per noi interesse. Per cui ci dirottiamo in possibilità al di fuori e incontriamo Il Casalone: un circolo Arci storico in cui attiviamo questo nuovo progetto di RitmoLento 2.0 nell’aprile 2023.
Il Casalone è una realtà in cui ci si confronta anche con i circoli tradizionali, che hanno sede lì. Come siete stat3 accolt3 e a quali esigenze siete andat3 incontro?
Stando qui ovviamente stiamo a stretto contatto con il circolo tradizionale, con cui collaboriamo e a cui abbiamo mantenuto il biliardo. Ci siamo ritrovat3 sicuramente in una dimensione di quartiere e stiamo provando a tenere dentro le varie esigenze che riscontriamo: ad esempio, qui c’è una scuola materna e uno dei progetti che abbiamo fatto con Arci è stato il prolungamento delle ore degli asili nido con delle educatrici. L’aiuto che si può dare a genitori che devono occuparsi della gestione dei figli/figlie è per noi una prospettiva molto interessante, e poi questo spazio da sempre ha ospitato feste di bambin3 o comunque è stato a stretto contatto, quindi è bello mantenere anche un po’ una tradizione molto sentita.

Quali sono le altre attività su cui vi concentrate?
Abbiamo attività musicali, quest’estate abbiamo anche attivato il cineforum e poi un filone che si concentra sulle attività sociali, per cui abbiamo un doposcuola per l3 ragazz3 del biennio delle superiori, un coworking, per l3 giovani che vogliono trovare una dimensione di socialità con lo smartworking, e poi vorremmo aprire una sala prove. Ci dedichiamo anche a delle questioni più generali e che riguardano tutt3, come il caro vita su cui abbiamo fatto degli incontri.
Progetti futuri?
Sicuramente mettere le radici in questo spazio: ci stiamo facendo largo piano piano e vorremmo consolidare e portare avanti questo lavoro. Uno dei progetti è di lavorare anche con i migranti, molte cooperative che lavorano in zona gli piacerebbe utilizzare questo spazio come punto di incontro. Ci piacerebbe anche aprire una ciclofficina, la sala prove. Insomma varie attività per rendere questo spazio un punto di socialità.
Tre parole che descrivono il vostro progetto?
socialità, attivismo e divertimento